Sweet_Venus |
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| Il primo approccio con questo scrittore portoghese - premio Nobel per la letteratura anno 1998 - è stato attraverso il libro "Le intermittenze della morte", originale, profonda e a tratti divertente escursione attraverso il lavoro della Signora morte". Mi ci è voluto un pò per abituarmi al modo di scrivere di questo "grande"...punteggiatura quasi inestistente e periodi molto lunghi e concatenati. Una volta entrata nella sua ottica, però, non sono più risuciuta a smettere di leggere.
Pochi giorni fa ho concluso "Cecità", uno dei suoi capolavori.
E' un libro crudele, spietato, realistico fino all'inverosimile. La dura ricostruzione letteraria di tutta la verità racchiusa nel detto "Mors tua Vita mea", perchè è così che si riduco gli uomini attanagliati dalla paura, "ciechi" difronte alle diversità. Pagina dopo pagina ci si ritrova a camminare in un mondo di momentanei ciechi rendendosi conto che ciechi lo si è ogni giorno, quando dimentichiamo noi stessi e gli altri, quando ci rintaniamo in una angolo per non vedere quello che intorno a noi succede.
Dopo la parola fine resta dentro un pizzico di "paura" per l'incertezza di ciò che potrebbe accadere domani o adesso, mentre tutto scorre davanti gli occhi con apparente quotidianità.
Ancora una volta Saramago non mi ha delusa...
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