Il trono della sophia

Scelta d'amore

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ainda
view post Posted on 5/10/2008, 17:01




Ho preso in prestito questo titolo tratto da un film mediocre.
Ma secondo me sintetizza bene il concetto che volevo esprimere.
Volevo chiedere agli amici del forum in quali circostanze della loro vita hanno fatto una scelta d'amore.
Scelta non riconducibile esclusivamente all'amore per un uomo o una donna,ma anche riguardante l'amicizia,i propri amici a quattro zampre,delle scelte di principio fatte con sentimento,tutto quello che secondo voi rientra in questa definizione.
Comincio io con una scelta che riguarda l'amicizia(Freud diceva che l'amicizia è amore sublimato).
Sono cresciuto in un piccolo paesino vicino ad una grandissima città,dove tutti si conoscevano,dove si poteva giocare per strada a pallone senza correre rischi,dove le porte delle case avevano la chiave di fuori,dove la gente mangia cose genuine e vive serena.
Sono cresciuto fianco a fianco ad un altro ragazzino come me,mauro,figlio unico,di origini pugliesi.Vivendo giorno per giorno a stretto contatto si finisce per diventare quasi fratelli.Ad un certo puntodella nostra vita le nostre strade si sono divise,per poi reincrociarci casualmente all'università,stessa facoltà,stesso banco,stesso corso.Si riprende la frequentazione da dove si era lasciata,anche se con differenze visto che io lavoravo e studiavo contemporaneamente.Comunque ad un certo punto,una sera portano via Mauro con l'ambulanza.lo portano in un ospedale specializzato in malattie ematologiche.Diagnosticano una leucemia.Subito inizia il cammino doloroso della terapia farmacologica.I capelli che cadono,la pelle che diventa giallastra,il peso che cala fino a ridurti uno scheletro.Fino ad arrivare al punto di ricevere l'estrema unzione.Poi tutto ad un tratto la ripresa.Mauro che ricomincia a studiare.a frequentare l'Università,a fare le nostre interminabili partite a scacchi,a scambiarci i dischi,a vedere i film insieme.Dopo un sei mesi la ricaduta.Le visite all'ospedale,dove vedevo per la maggior parte bambini,con gli sguardi spenti,senza sorrisi,senza energie,scheletri umani.L'ultima volta che ci siamo parlati mauro mi disse "quando morirò voglio che questi bambini abbiano quello di cui hanno disperatamente bisogno,sangue.Qui ne hanno pochissimo,muoiono uno dopo l'altro come mosche".Il giorno dopo era morto.Aveva 20 anni.Cercai di mantenere la promessa.Mi iscrissi ad una associazione di donatori di sangue per bambini leucemici arrivando al punto di fare sei donazioni annue perchè il mio sangue è molto raro.ogni volta che mi stendo su quel lettino penso a tutti quei bambini e penso soprattutto a Mauro,al suo altruismo,al pensare agli altri invece che a sè stesso,se potessi mi farei togliere due litri di sangue,ma non è possibile.
 
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bradipo1
view post Posted on 7/10/2008, 18:33




Bella testimonianza, non mi sono mai trovato in una situazione del genere.

OT: donavo anch'io il sangue, ma sono portatore di un infrequente sottogruppo, il Kell, percui davano il mio sangue solo a vecchietti, da quando l'ho scoperto non ho più donato.
 
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The Nature Girl
view post Posted on 7/10/2008, 19:23




credo di non aver mai fatto nulla che possa essere considerato un atto d'amore... ci penserò stanotte, ma non penso sia mai successo nulla

ps: io non posso donare, peso troppo poco, e sono molto anemica... ogni 6 mesi facevo 15 flebo di ferro...
 
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Lionery
view post Posted on 7/10/2008, 20:51




Se torno indietro con i miei ricordi, non credo di non essermi mai trovata – fortunatamente o meno – di fronte ad una scelta d’amore così come tu la intendi, ainda.
Nessun sacrificio per salvare una vita né, tantomeno, la donazione del sangue che non posso purtroppo permettermi per continui sospetti di anemia.

L’unica cosa che posso scrivere, come manifestazione continua di una solidarietà che mi appartiene, è l’amore per gli animali.
E allora qui sì, posso, ma solo come testimone, raccontare una scelta d’amore immensa.

Ho lavorato per un periodo in una città del nord.
Sola, e lontana dalla mia famiglia e dai miei progetti reali, le giornate avevano un senso scarso, insoddisfacente.

Sapevo già dell’esistenza di quel gattile ma immaginando le condizioni in cui avrei trovato i miei zampette&fusa non ho mai voluto visitarlo.

Ogni passeggiata sul lungomare terminava lì, davanti a quel portone verde di fronte al quale non trovavo mai la forza di suonare il campanello e varcare la soglia, la stessa su cui immaginavo stampato a caratteri cubitali una sorta di monito dantesco “lasciate ogni speranza o voi che entrate”

E così passavano i giorni e i mesi; arrivavo lì davanti e mi fermavo.Per giorni e per mesi.
Fin quando un giorno,dopo aver superato di molti metri quel cancello decisi di tornare indietro pensando : “ se incrocio qualcuno che bussa al mio posto entro anche io”
Per la prima volta, a venire incontro alla mia esitazione, arriva una coppia che, finalmente, parandosi davanti a me come se quasi non esistessi suona quel campanello.

Il custode stava per chiudere la porta e non so con quale forza , perché ricordo di non averci neanche pensato, sono entrata.

Ho incontrato il mio mondo, quello a cui ritengo di appartenere davvero.Un mondo di sofferenza in cui la libertà è un miraggio, così come lo spazio delle cellette che custodiscono i segreti immensi di divinità con i baffi e la coda.

Ho cominciato a visitare ogni gabbia, quelle più grandi con addirittura 60/70 micetti dentro; quelle con i cuccioli, quelle, orribili, ricoperte di lenzuoli e piumoni per isolare gatti ammalati o terminali.

Era una violenza che facevo a me stessa ma era da lei che ogni volta traevo la linfa per irrorare le mie giornate di un senso reale che dava loro gioia.

Il gattile divenne un impegno quotidiano.

All’inizio sedevo semplicemente per terra a coccolarli, girando da un “giardino” all’altro per farmi conoscere e per conoscere io loro.

Poi ho cominciato a dar loro da mangiare, a rassettare divani, cucce&lettini,a lavare coperte e lenzuola su cui erano adagiati, a pulire le gabbiette portandomi da casa per km interi a piedi il peso delle loro sabbioline nuove.

Poi ho cominciato a fare le bolle di sapone. Era impensabile che cuccioli di quella bellezza, di quell’anima, dovessero nascere e morire in quel posto aspettando qualcuno che, pietoso, decidesse di adottarli o senza che avessero mai visto i colori di un arcobaleno, chiusi com’erano nelle loro gabbie senza cielo…
Era una sensazione immensa e bellissima, ogni volta.
Guardavano quelle strane sfere colorate con tutti i loro musetti all’insù e mentre provavano a toccarle con le zampine quelle bollicine dispettose si volatilizzavano sui loro nasini umidi!
“Che magia è mai questa” avranno pensato!

Poi ho scoperto la sofferenza di quelli ammalati.

Ammalati nel cuore di nostalgia per padroni bastardi che li avevano allevati e poi miseramente abbandonati.
Ammalati nel corpo di fiv, di fip, di bronchite cronica, rinite, ogni tipo di leucemia che, in un ambiente così piccolo e pieno di “ospiti” erano più facilmente trasmissibili da soggetto a soggetto.

Ne ho conosciuti, coccolati e poi visti ammalare e morire tanti. Così..corpicini senza vita che non erano mai stati liberi di seguire l’odore del mare che gli viveva proprio accanto.

Ma ci pensate?
Vivere di fronte al mare e non poterlo ammirare…

Ho conosciuto un mondo di volontari da cui sono stata trattata malissimo (“chi si crede di essere quest’ultima arrivata”) ma che se alzavano alle 5 di mattina per recarsi dai loro piccoli amici e medicare ferite, fare siringhe, somministrare antibiotici, seppellire corpi senza più vita o magari di una vita diventata ormai la seconda, la terza, la quarta…spero però libera e migliore.

La responsabile di quel posto che definire purgatorio è spontaneo, un luogo di attesa tra il bene ed il male, ha più di 80 anni e da circa 20 ha sacrificato ogni suo giorno, ogni sua ora, ogni sua vacanza, ogni suo bene, ogni suo gioiello, ogni suo affetto a quello, incommensurabile, per quegli animaletti a 4 zampe che quando la sentono arrivare, ogni mattina presto, puntuale come la luce del giorno, credo vibrino di una speranza nuova.
Mangiare di qualità, tante coperte, ma pochissimi volontari e pochissima partecipazione della “civiltà bipede”

Mi diceva: “Loredana, tu credi che la libertà per i gatti sia tutto e invece no.Se li lasciassimo liberi molti non saprebbero trovare il cibo per sfamarsi, altri finirebbero investiti dai mezzi che noi umani usiamo sconsideratamente, molti altri arriverebbero in mani sconosciute incapaci di gesti gentili.
L’amore è in quello che fai per loro e loro lo sanno. Queste mura li proteggono, li ascoltano, sono la loro casa, tutto ciò che desiderano.
Le coccole? Beh quelle se si può si fanno, proprio fai tu che hai dato un nome a tutti e che li accarezzi per ore.
Però ricordati una cosa: Questo posto ti insegnerà a capire che forse Dio non esiste. Perché non ho mai visto tanto male al mondo come quello che raccontano le storie dei micini che abbiamo qui,”

Aveva ragione.

Era una professoressa stimatissima; ricca e molto bella.

Ora è una vecchietta sola, ma che in tutti i mesi che io ho vissuto lì, inverno, primavera o estate che fosse, non ha mai, mai, mai, lasciato passare un solo giorno senza trascorrere in quel gattile 10/12 ore della sua giornata, a fare 15/20 lavatrici per sterilizzare tutto, per sfamare, mettere colliri, dare medicine a chi è nato re ma viene trattato da suddito.

Ripeto sempre che non ero io la volontaria ma che erano i micini che facevano i volontari con me, sopportando le mie parole e le miei barcollanti certezze di umana.

Vedi ainda, penso che il gesto d’amore sia anche qui.
Ogni volta che sorrido ad una persona triste o che appoggio la mano sulla spalla di un “mendicante” mentre con l’altra gli lascio 1 euro nel cappello della miseria.
Anche se vorrei sempre fare tanto ma tanto di più…

Gesti semplici, quotidiani, che certo nulla hanno a che vedere con impegni d’amore ben più grandi e irraggiungibili…ma sono proprio queste piccole verità che fanno cadere l’incrollabile potenza degli dei.


 
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The Nature Girl
view post Posted on 9/10/2008, 20:53




ho dei problemi con la citazione, per cui non utilizzo quel controllo...

lionery, ciò che fai (o hai fatto, devo finire di leggere) è dolcissimo...

Guardavano quelle strane sfere colorate con tutti i loro musetti all’insù e mentre provavano a toccarle con le zampine quelle bollicine dispettose si volatilizzavano sui loro nasini umidi!
“Che magia è mai questa” avranno pensato!


me li immagino ... saranno stati stupendi, come dei bambini...


(http://veg-tv.info/Earthlings)
 
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ainda
view post Posted on 11/10/2008, 11:53




CITAZIONE (Lionery @ 7/10/2008, 21:51)
Se torno indietro con i miei ricordi, non credo di non essermi mai trovata – fortunatamente o meno – di fronte ad una scelta d’amore così come tu la intendi, ainda.
Nessun sacrificio per salvare una vita né, tantomeno, la donazione del sangue che non posso purtroppo permettermi per continui sospetti di anemia.

L’unica cosa che posso scrivere, come manifestazione continua di una solidarietà che mi appartiene, è l’amore per gli animali.
E allora qui sì, posso, ma solo come testimone, raccontare una scelta d’amore immensa.

Ho lavorato per un periodo in una città del nord.
Sola, e lontana dalla mia famiglia e dai miei progetti reali, le giornate avevano un senso scarso, insoddisfacente.

Sapevo già dell’esistenza di quel gattile ma immaginando le condizioni in cui avrei trovato i miei zampette&fusa non ho mai voluto visitarlo.

Ogni passeggiata sul lungomare terminava lì, davanti a quel portone verde di fronte al quale non trovavo mai la forza di suonare il campanello e varcare la soglia, la stessa su cui immaginavo stampato a caratteri cubitali una sorta di monito dantesco “lasciate ogni speranza o voi che entrate”

E così passavano i giorni e i mesi; arrivavo lì davanti e mi fermavo.Per giorni e per mesi.
Fin quando un giorno,dopo aver superato di molti metri quel cancello decisi di tornare indietro pensando : “ se incrocio qualcuno che bussa al mio posto entro anche io”
Per la prima volta, a venire incontro alla mia esitazione, arriva una coppia che, finalmente, parandosi davanti a me come se quasi non esistessi suona quel campanello.

Il custode stava per chiudere la porta e non so con quale forza , perché ricordo di non averci neanche pensato, sono entrata.

Ho incontrato il mio mondo, quello a cui ritengo di appartenere davvero.Un mondo di sofferenza in cui la libertà è un miraggio, così come lo spazio delle cellette che custodiscono i segreti immensi di divinità con i baffi e la coda.

Ho cominciato a visitare ogni gabbia, quelle più grandi con addirittura 60/70 micetti dentro; quelle con i cuccioli, quelle, orribili, ricoperte di lenzuoli e piumoni per isolare gatti ammalati o terminali.

Era una violenza che facevo a me stessa ma era da lei che ogni volta traevo la linfa per irrorare le mie giornate di un senso reale che dava loro gioia.

Il gattile divenne un impegno quotidiano.

All’inizio sedevo semplicemente per terra a coccolarli, girando da un “giardino” all’altro per farmi conoscere e per conoscere io loro.

Poi ho cominciato a dar loro da mangiare, a rassettare divani, cucce&lettini,a lavare coperte e lenzuola su cui erano adagiati, a pulire le gabbiette portandomi da casa per km interi a piedi il peso delle loro sabbioline nuove.

Poi ho cominciato a fare le bolle di sapone. Era impensabile che cuccioli di quella bellezza, di quell’anima, dovessero nascere e morire in quel posto aspettando qualcuno che, pietoso, decidesse di adottarli o senza che avessero mai visto i colori di un arcobaleno, chiusi com’erano nelle loro gabbie senza cielo…
Era una sensazione immensa e bellissima, ogni volta.
Guardavano quelle strane sfere colorate con tutti i loro musetti all’insù e mentre provavano a toccarle con le zampine quelle bollicine dispettose si volatilizzavano sui loro nasini umidi!
“Che magia è mai questa” avranno pensato!

Poi ho scoperto la sofferenza di quelli ammalati.

Ammalati nel cuore di nostalgia per padroni bastardi che li avevano allevati e poi miseramente abbandonati.
Ammalati nel corpo di fiv, di fip, di bronchite cronica, rinite, ogni tipo di leucemia che, in un ambiente così piccolo e pieno di “ospiti” erano più facilmente trasmissibili da soggetto a soggetto.

Ne ho conosciuti, coccolati e poi visti ammalare e morire tanti. Così..corpicini senza vita che non erano mai stati liberi di seguire l’odore del mare che gli viveva proprio accanto.

Ma ci pensate?
Vivere di fronte al mare e non poterlo ammirare…

Ho conosciuto un mondo di volontari da cui sono stata trattata malissimo (“chi si crede di essere quest’ultima arrivata”) ma che se alzavano alle 5 di mattina per recarsi dai loro piccoli amici e medicare ferite, fare siringhe, somministrare antibiotici, seppellire corpi senza più vita o magari di una vita diventata ormai la seconda, la terza, la quarta…spero però libera e migliore.

La responsabile di quel posto che definire purgatorio è spontaneo, un luogo di attesa tra il bene ed il male, ha più di 80 anni e da circa 20 ha sacrificato ogni suo giorno, ogni sua ora, ogni sua vacanza, ogni suo bene, ogni suo gioiello, ogni suo affetto a quello, incommensurabile, per quegli animaletti a 4 zampe che quando la sentono arrivare, ogni mattina presto, puntuale come la luce del giorno, credo vibrino di una speranza nuova.
Mangiare di qualità, tante coperte, ma pochissimi volontari e pochissima partecipazione della “civiltà bipede”

Mi diceva: “Loredana, tu credi che la libertà per i gatti sia tutto e invece no.Se li lasciassimo liberi molti non saprebbero trovare il cibo per sfamarsi, altri finirebbero investiti dai mezzi che noi umani usiamo sconsideratamente, molti altri arriverebbero in mani sconosciute incapaci di gesti gentili.
L’amore è in quello che fai per loro e loro lo sanno. Queste mura li proteggono, li ascoltano, sono la loro casa, tutto ciò che desiderano.
Le coccole? Beh quelle se si può si fanno, proprio fai tu che hai dato un nome a tutti e che li accarezzi per ore.
Però ricordati una cosa: Questo posto ti insegnerà a capire che forse Dio non esiste. Perché non ho mai visto tanto male al mondo come quello che raccontano le storie dei micini che abbiamo qui,”

Aveva ragione.

Era una professoressa stimatissima; ricca e molto bella.

Ora è una vecchietta sola, ma che in tutti i mesi che io ho vissuto lì, inverno, primavera o estate che fosse, non ha mai, mai, mai, lasciato passare un solo giorno senza trascorrere in quel gattile 10/12 ore della sua giornata, a fare 15/20 lavatrici per sterilizzare tutto, per sfamare, mettere colliri, dare medicine a chi è nato re ma viene trattato da suddito.

Ripeto sempre che non ero io la volontaria ma che erano i micini che facevano i volontari con me, sopportando le mie parole e le miei barcollanti certezze di umana.

Vedi ainda, penso che il gesto d’amore sia anche qui.
Ogni volta che sorrido ad una persona triste o che appoggio la mano sulla spalla di un “mendicante” mentre con l’altra gli lascio 1 euro nel cappello della miseria.
Anche se vorrei sempre fare tanto ma tanto di più…

Gesti semplici, quotidiani, che certo nulla hanno a che vedere con impegni d’amore ben più grandi e irraggiungibili…ma sono proprio queste piccole verità che fanno cadere l’incrollabile potenza degli dei.

Un grandissimo gesto d'amore Lionery.
Era quello che intendevo io come senso del post.
Qualcosa che parta dal cuore,che ci ha spinto o ci spinge in continuazione a fare dono di sè.
E' qualcosa che fai istintivamente,perchè la senti dentro,non importa tanto il prima e il dopo,ma quello che fai in quel preciso istante.
Una volta ero a Parigi,nella metro per andare nel nostro ufficio li.
Tarda mattinata,era pieno di gente.
Tre ragazzetti cominciarono a fare gli stupidi con una ragazza,sola,molto attraente,che stava aspettando come tutti l'arrivo della metro.Prima le battutine,poi all'improvviso cominciarono ad aggredirla e spogliarla,con lei che urlava,e con tutta la gente che era come paralizzata.Non so, io non ci ho pensato su neanche due secondi,mi sono buttato su quello che intuivo essere il leader della banda.mentre lottavamo per terra arrivò il secondo in aiuto del capo,mentre il terzo stava violentando la ragazza.Mi sembrava di essere in un film dell'orrore,ero qusi impotente davanti a tanta gente che assisteva immobile a quanto stava accadendo.Riuscii a liberarmi del secondo ma il primo estrasse un coltello e mi fece un taglio lungo,per fortuna non profondo,sul braccio.Sentivo il sangue scorrere,e con una lucida rabbia picchiai selvaggiamente quello che aveva violentato la ragazza e a quello con il coltello spezzai freddamente un braccio.Misi la mia giacca sul corpo nudo della ragazza che piangeva distesa per terra e in quel momento arrivarono poliziotti da tutte le parti.Avevo la faccia tumefatta,una ferita da diciotto punti sul braccio,ma il mio dolore maggiore non era nel corpo,ma nell'avere assistito all'assoluta indifferenza della gente,giuro che in quel momento avevo una cieca rabbia addosso.
 
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oea
view post Posted on 13/10/2008, 20:25




L'unica scelta d'amore che ho fatto in vita mia è stata bloccare le mie risposte rabbiose, e cercare di capire qualcuno che, pensandola molto diversamente da me, mi attaccava. E anche quella è stata un'esperienza tardiva, parziale, e finora ripetuta solo un paio di volte.
 
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ainda
view post Posted on 14/10/2008, 19:50




Cercare di capire la trovo una profonda scelta d'amore.
In genere mettiamo mille scuse per far finta di non capire.
Per autoprotezione in genere.
O vigliaccheria.
O scarso tempo.
O scarso interesse.
Invece cercare di capire gli altri,pur nella sua estenuante faticosità,ci apre tante porte per conoscere meglio e conoscerci meglio
 
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Sweet_Venus
view post Posted on 14/10/2008, 19:55




Perdonami ainda se "sporco" questo tua meravigliosa discussione ma parto dalle scelte d'amore verso "altri" per domandarvi se mai avete fatto una scelta d'amore verso "voi stessi".
Sapete, riflettevo sulla mia tendenza a sottovalutarmi, a non considerarmi, a non amarmi, a non far mai valere le mie necessità ed i miei desideri in quasi tutte le situazioni.
Sarebbe bello scegliere, almeno una volta, per se stessi...per dimostrarsi l'amore che, in fondo, dovremmo volerci, sempre.
Proprio come oea cerca di comprendere gli altri IO vorrei trovare il tempo per comprendere me stessa, per ascoltarmi di più.
 
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Lexing
view post Posted on 14/10/2008, 19:57




Le scelte d'amore, quelle vere, non si ricordano più, perché l'amore le dimentica, sono fardelli leggeri che non pesano, anche se hanno sollevato macigni. Spero che la mia vita sia costellata e continui ad esserlo fino all'ultimo respiro, di scelte d'amore infinitesimali ma quotidiane.
 
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Rosenberg
view post Posted on 14/10/2008, 20:19




L'Amore è grande perché si paga.
Sempre.
 
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oea
view post Posted on 14/10/2008, 21:48




CITAZIONE (Sweet_Venus @ 14/10/2008, 20:55)
Perdonami ainda se "sporco" questo tua meravigliosa discussione ma parto dalle scelte d'amore verso "altri" per domandarvi se mai avete fatto una scelta d'amore verso "voi stessi".
Sapete, riflettevo sulla mia tendenza a sottovalutarmi, a non considerarmi, a non amarmi, a non far mai valere le mie necessità ed i miei desideri in quasi tutte le situazioni.
Sarebbe bello scegliere, almeno una volta, per se stessi...per dimostrarsi l'amore che, in fondo, dovremmo volerci, sempre.
Proprio come oea cerca di comprendere gli altri IO vorrei trovare il tempo per comprendere me stessa, per ascoltarmi di più.

Grande tema quello che poni all'attenzione, cara Sweet.
Non credo di aver fatto altra scelta d'amore verso di me, se non quella che ho fatto verso altri: controllare la collera, cercare di capire chi mi attaccava. La collera fa male a chi la prova, quindi mi sono risparmiato un male: ho fatto una scelta d'amore verso me stesso. Per capire il punto di vista dell'altro, ho visto ed apprezzato meglio, nel confronto, anche il mio, crescendo un poco in conoscenza. Mi sono fatto un dono di conoscenza, ho amato me stesso.

Niente di nuovo fin qui, e l'amico Rosenberg lo sa bene: è la vecchia parola di saggezza che ci viene dai fratelli maggiori. Ama il prossimo come te stesso. "comandamento" che ci invita ad amare noi stessi molto, dunque.

Il tema è trattato magistralmente in un piccolo libro di Herman Hesse: La cura (lo trovate nei piccolo Adelphi).

A me è cara questa concatenazione di sillogismi:
Non puoi conoscere te stesso, se non conosci un'altra persona. Non puoi conoscere un'altra persona, se non la ami. Non puoi amare un'altra persona, se non ami te stesso.
Mi sembra che non faccia una piega ...
 
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ainda
view post Posted on 16/10/2008, 20:19




CITAZIONE (Sweet_Venus @ 14/10/2008, 20:55)
Perdonami ainda se "sporco" questo tua meravigliosa discussione ma parto dalle scelte d'amore verso "altri" per domandarvi se mai avete fatto una scelta d'amore verso "voi stessi".
Sapete, riflettevo sulla mia tendenza a sottovalutarmi, a non considerarmi, a non amarmi, a non far mai valere le mie necessità ed i miei desideri in quasi tutte le situazioni.
Sarebbe bello scegliere, almeno una volta, per se stessi...per dimostrarsi l'amore che, in fondo, dovremmo volerci, sempre.
Proprio come oea cerca di comprendere gli altri IO vorrei trovare il tempo per comprendere me stessa, per ascoltarmi di più.

Casomai nobiliti :)
Io credo che una "scelta d'amore"verso gli altri porti del bene anche a noi stessi.
Non è quello l'intento pratico con il quale avvengono le nostre scelte.
Ma avviene tutto a livello inconscio.
Parlo per me ovviamente.
E' come uno specchio che riflette del bene.
Se dentro di te senti di avere del bene,dell'amore,chiamalo come vuoi,questo esce fuori prepotentemente e poi in qualche modo questa luce che si spande ti illumina.
Quindi credo che,riuscendo ad amare gli altri e donando tanto o poco di sè,si riesce se non ad amarsi ad accettarsi meglio.
OT Perchè le donne più in gamba che ho conosciuto nella mia vita avevano sempre scarsa stima di sè stesse?Giro la domanda a sweetvenus in primis,ma anche a chiunque voglia rispondere.
 
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eos29
view post Posted on 16/10/2008, 21:20




CITAZIONE (ainda @ 16/10/2008, 21:19)
[Io credo che una "scelta d'amore"verso gli altri porti del bene anche a noi stessi.
Non è quello l'intento pratico con il quale avvengono le nostre scelte.
Ma avviene tutto a livello inconscio.
Parlo per me ovviamente.
E' come uno specchio che riflette del bene.
Se dentro di te senti di avere del bene,dell'amore,chiamalo come vuoi,questo esce fuori prepotentemente e poi in qualche modo questa luce che si spande ti illumina.
Quindi credo che,riuscendo ad amare gli altri e donando tanto o poco di sè,si riesce se non ad amarsi ad accettarsi meglio.
OT Perchè le donne più in gamba che ho conosciuto nella mia vita avevano sempre scarsa stima di sè stesse?Giro la domanda a sweetvenus in primis,ma anche a chiunque voglia rispondere.

Condivido pienamente il concetto da te espresso: la scelta d'amore porta del bene verso noi stessi e donando qualche cosa di sé si riesce ad accettarsi meglio. E' proprio quello che è successo a me quando ho fatto delle scelte in questo senso. Già il concetto di scelta determina necessariamente un cambiamento in chi la effettua; se poi questa è finalizzata a dare amore, il cambiamento che ne deriva influisce notevolmente sulla sfera emotiva e riesce a donare serenità ed appagamento in chi ha esercitato il proprio libero arbitrio per donare qualche cosa di sé agli altri.
 
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Sweet_Venus
view post Posted on 17/10/2008, 23:22




CITAZIONE (oea @ 14/10/2008, 22:48)
Grande tema quello che poni all'attenzione, cara Sweet.
Non credo di aver fatto altra scelta d'amore verso di me, se non quella che ho fatto verso altri: controllare la collera, cercare di capire chi mi attaccava. La collera fa male a chi la prova, quindi mi sono risparmiato un male: ho fatto una scelta d'amore verso me stesso. Per capire il punto di vista dell'altro, ho visto ed apprezzato meglio, nel confronto, anche il mio, crescendo un poco in conoscenza. Mi sono fatto un dono di conoscenza, ho amato me stesso.

Niente di nuovo fin qui, e l'amico Rosenberg lo sa bene: è la vecchia parola di saggezza che ci viene dai fratelli maggiori. Ama il prossimo come te stesso. "comandamento" che ci invita ad amare noi stessi molto, dunque.

Il tema è trattato magistralmente in un piccolo libro di Herman Hesse: La cura (lo trovate nei piccolo Adelphi).

A me è cara questa concatenazione di sillogismi:
Non puoi conoscere te stesso, se non conosci un'altra persona. Non puoi conoscere un'altra persona, se non la ami. Non puoi amare un'altra persona, se non ami te stesso.
Mi sembra che non faccia una piega ...

Ottime argomentazioni, caro oea..grazie mille.
Condivido in pieno la concatenazione di sillogismi e, di fatto, il punto è tutto li: amare se stessi per conoscere meglio gli altri. Ci vuole parecchio lavoro per giungere a questo mirabile risultato.

Sono d'accordo nel pensare che dare amore agli altri, aiutarli, concedersi nel bisogno o anche, semplicemente, nella vita di tutti i giorni si riflette, inevitabilmente, in maniera positiva su se stessi ma non sempre questo è sufficiente. A volte ci vuole molto di più, una scintilla diversa, per avere una considerazione di se tale da poter dire: oggi mi voglio bene.

Non so rispondere alla tua domanda, ainda, sulla relazione "stima - essere in gamba".
Non credo di essere la persona più adatta a spiegarti gli eventuali meccanismi che spingono, persone dotate, a non riconoscersi nella considerazioni alte e nel pensiero positivo che gli altri vedono. Io per prima non so vederlo in me stessa pur ricevendone un attestato altrui ogni giorno.
 
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28 replies since 5/10/2008, 17:01   324 views
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