CITAZIONE (Dati e Fatti @ 15/9/2008, 15:50)
Lo sospettavo da un po'. Ma adesso ne ho autorevole conferma. Leggete qui.
“Il pensiero di Agostino (d’Ippona, NdR) è stato interpretato in vario modo nel tempo.
Quando Lutero (che era peraltro monaco agostiniano) e Calvino ruppero con la Chiesa di Roma, lo fecero anche in nome di Agostino. Per il protestantesimo nascente, gli esseri umani potevano giustificarsi davanti a Dio solo in virtù della grazia e della fede, certo non per le buone azioni, preda come sono della loro natura corrotta.
A due ulteriori e contrastanti ricadute della dottrina agostiniana si può sommariamente accennare. Una la si intravede, per opposizione, nella filosofia illuminista e più ancora nel positivismo. Puntando sulla perfettibilità della natura umana, sull’ideale di continuo progresso, queste correnti di pensiero non poterono che rifiutare il pessimismo agostiniano. L’altra la scorgiamo in controluce nella scoperta fatta da Freud di un’oscura zona della personalità che s’annida al fondo del nostro animo, sottratta al controllo consapevole e che il medico viennese battezzò <<inconscio>>. Forse Agostino è stato il primo a intravedere il torbido magma che s’annida nel cuore di ogni essere umano. Che lui l’abbia chiamato <<peccato>> e Freud <<inconscio>> cambia di poco la sostanza delle cose.”
(Corrado Augias – Remo Cacitti, “Inchiesta sul Cristianesimo”, pp. 231-232)
Dati, vecchio amico, Agostino era un genio assoluto, un vero "cranio" come dicono quelli un po' più giovani di noi. Nessuno prima di lui aveva capito quella che oggi sembra una verità banale, e cioé che l'Io è memoria, è storia personale, è impastato di Tempo. E il tempo, ci insegna Agostino, tutti sanno cosa sia solo finché qualcuno non chiede loro di definirlo.
I geni assoluti, come per altri versi i mistici, sono sempre un po' scomodi per i poteri costituiti (come fa notare Ainda), per via del loro essere incontenibilmente liberi nel pensare. E Agostino era entrambe le cose, un genio assoluto e un mistico. Doppiamente incontenibile.
Però, per completezza di riflessione, credo che Agostino, come Dostoevskij, non fosse simpatico al vecchio caro Freud. Questi due precorritori della scoperta dell'inconscio (ve ne furono altri, fra cui il per decenni quasi dimenticato Janet) Freud, erroneamente secondo me, li vide più come un ostacolo che come un sostegno alla sua grande scoperta. Perché entrambi cercavano la redenzione dell'uomo in una Realtà di più grande di lui, e Freud questa Realtà la considerava una grande illusione.
Vedi un poco dove ci va portando questa tua riflessione: grazie dunque per il tuo contributo al nostro discorrere.